Airbus si prepara a rivedere in modo radicale la propria strategia di gestione dei dati e delle infrastrutture digitali. Il gruppo aeronautico europeo sta infatti lavorando al lancio di una gara di rilevanza strategica, con un valore stimato superiore ai 50 milioni di euro, finalizzata alla migrazione di sistemi e informazioni altamente sensibili verso un’infrastruttura cloud interamente europea.
L’obiettivo dichiarato è quello di garantire la piena sovranità digitale dei dati considerati mission critical, riducendo l’esposizione a normative extraterritoriali come il CLOUD Act statunitense, che consente alle autorità Usa di richiedere l’accesso a dati custoditi da società americane anche quando questi sono fisicamente localizzati al di fuori degli Stati Uniti.
La scelta di Airbus si inserisce in un contesto più ampio di crescente attenzione, da parte delle grandi industrie strategiche europee, al tema dell’autonomia tecnologica e della sicurezza dei dati. In settori come quello aerospaziale e della difesa, la dipendenza da fornitori extra-Ue viene sempre più percepita come un fattore di rischio, non solo sotto il profilo industriale ma anche geopolitico e regolatorio.
Il progetto punta quindi alla creazione – o all’adozione – di un cloud definito “digitalmente sovrano”, in grado di rispettare pienamente il quadro normativo europeo e di garantire che la governance dei dati rimanga sotto controllo Ue.
Una mossa che potrebbe avere effetti a catena sull’intero ecosistema tecnologico continentale, rafforzando le iniziative europee nel campo del cloud e accelerando il ridimensionamento del ruolo delle big tech americane nei comparti più sensibili.

