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Aladino Saidi, una vita al massimo

Aladino Saidi non ama le etichette, e forse è proprio per questo che il suo nome ricorre in contesti molto diversi tra loro: dai padiglioni di BolognaFiere, dove il rombo delle auto d’epoca fa vibrare la memoria collettiva, fino ai cantieri e agli uffici dove si parla di sostenibilità, real estate e intelligenza artificiale.

Originario di Sora, con una formazione tecnica maturata tra stage in Formula 1 e Formula 3, Saidi appartiene a quella categoria di imprenditori che attraversano i settori senza smettere di cercare connessioni tra mondi apparentemente distanti.

Alla Fiera “Auto e Moto d’Epoca” di Bologna, lo si è visto muoversi tra i padiglioni come chi riconosce un codice familiare. Non solo un evento per appassionati, ma una sorta di archivio vivente di ciò che i motori hanno rappresentato – e rappresentano ancora – nella cultura europea. Saidi ha definito quella manifestazione un “grande museo umano”, e la definizione non è casuale: nelle sue parole si avverte la convinzione che il motorismo storico non sia un culto del passato, ma un linguaggio tecnico ed estetico che parla anche di futuro. In effetti, per chi come lui ha vissuto i box delle monoposto e conosce la differenza tra un dettaglio meccanico e un gesto di ingegneria pura, la storia dei motori è anche una lezione di metodo, di precisione e di equilibrio.

Oggi Saidi vive e lavora tra Montecarlo e l’Italia, concentrandosi soprattutto su costruzioni e real estate. Qui, il suo approccio sembra riflettere la stessa mentalità che si respira in pista: strategia, analisi dei dati, ricerca dell’efficienza. Parla spesso di “intelligenza costruttiva”, un’espressione che sintetizza bene la sua visione: usare la tecnologia per costruire meglio, in modo sostenibile e coerente con il contesto urbano. La Francia, in particolare, è uno dei suoi punti di riferimento, un mercato che osserva con attenzione per le politiche di riqualificazione e l’approccio pragmatico alla transizione ecologica.

Nelle interviste più recenti, quando parla di costruzioni e real estate, il tono cambia ma il metodo resta. Il lessico è quello di chi ragiona in termini di sistema, non di singolo progetto: parla di selezione naturale del mercato, di qualità degli asset, di capitale umano come leva di crescita. Non è difficile riconoscere il pragmatismo di chi ha lavorato tra dati e materiali, tra carbonio e cemento. Aladino Saidi è, in fondo, uno di quegli imprenditori che sembrano preferire l’officina al palcoscenico. Si muove con discrezione, senza frasi scolpite o proclami, ma con l’aria di chi considera il proprio lavoro come una forma di costruzione continua, che si tratti di un motore da corsa o di un edificio intelligente. 

Una vita al massimo, forse, ma nel senso più tecnico del termine: quello in cui il motore gira pieno, ma senza mai uscire dai giri di sicurez

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