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C’era una volta a… Hollywood – Recensione: l’omaggio di Tarantino agli anni ‘60

Ambientato nella Hollywood del 1969, C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino è un racconto ed un omaggio al grande cinema degli anni ‘60. Stiamo parlando di un film – in uscita nelle sale italiane il 18 settembre, distribuito dalla Sony Pictures – diverso che si discosta fortemente da quell’atmosfera tipicamente tarantiniana a cui siamo abituati. C’era una volta a… Hollywood ( “Once upon a time in Hollywood” in lingua originale) è un film più profondo e riflessivo in cui quel tocco violento predominante nella filmografia di Tarantino viene sostituito da tematiche quali la storia ed il ricordo. Il ricordo di quel cinema di fine anni ‘60 a cui il regista è particolarmente legato.

Il film presenta un cast stellare: Leonardo DiCaprio e Brad Pitt interpretano rispettivamente Rick Dalton e Cliff Booth, i protagonisti del film, mentre Margot Robbie è Sharon Tate. Inoltre, troviamo anche gli attori Kurt Russell, Timothy Olyphant, Dakota Fanning, Luke Perry, Margaret Qualley e Al Pacino.

Il film racconta la storia di Rick Dalton, un attore che dopo aver recitato in molti film Western di successo si ritrova in uno stato di decadimento. Insieme a lui c’è Cliff Booth, amico e controfigura di Rick che affronta la vita in modo spensierato. I due cercheranno di ritornare sulla cresta dell’onda in una Hollywood che ormai non riconoscono più. Allo stesso tempo viene raccontata la storia di Sharon Tate, attrice e moglie del regista franco-polacco Roman Polański. A fare da sfondo alle due storie principali c’è la nascita di quella che diventerà la famiglia Manson: una comunità di hippie che finì per realizzare il terribile massacro, nel quale l’attrice Sharon Tate rimase vittima.

C’era una volta a… Hollywood è un film nel film, dove il metacinema è presente per la maggior parte della pellicola. Questo significa che il film si rivolge direttamente allo spettatore mostrando meccanismi del cinema che non dovrebbero essere rivelati.

Nel complesso il film si svolge molto lentamente, è come una continua attesa di un qualcosa di sorprendente che avverrà, però, soltanto alla fine. Lunga è la presentazione e descrizione dei personaggi: in particolare quella di Rick di cui ci viene mostrato e spiegato il suo stato di decadimento nonché il suo tentativo di ritornare l’attore che era. A creare un po’ di brio è Cliff, un personaggio impulsivo ed ironico che non riesce mai a trattenersi. Sarà infatti lui il protagonista di quelle poche scene d’azione presenti nel film.

Per apprezzare al meglio C’era una volta a… Hollywood bisogna mettere da parte ciò che è la trama e lo svolgimento della storia e concentrarsi esclusivamente sull’atmosfera hollywoodiana degli anni ‘60, che viene magistralmente evocata anche grazie alla presenza di una colonna sonora formata solamente da musiche composte entro il 1969.

Il nono film di Tarantino non è altro che un bellissimo quadro degli anni ‘60. È un’immersione completa nella Hollywood di quel periodo riuscita grazie ad una precisa attenzione ai dettagli: i costumi, il trucco, le scenografie… L’atmosfera del periodo d’oro di Hollywood è talmente forte da far incantare anche chi quegli anni non li ha vissuti.

Eleonora Piredda

 

 

 

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