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Libri, podcast ed eventi digitali: come sono cambiati i consumi culturali

Da oltre un anno la pandemia ha cambiato la vita dell’intero pianeta, stravolgendo la routine quotidiana, il lavoro, le relazioni interpersonali, i viaggi e anche i consumi culturali. A tal proposito, tre indagini presentate nel corso di un evento online e portate avanti da Intesa San Paolo, Associazione Italiana Editori e BookCity Milano hanno mostrato che in questo ultimo anno e mezzo il digitale ha sopravanzato il settore del libro. Grazie alle piattaforme di videochiamate e videoconferenze sempre più persone hanno potuto partecipare ad eventi culturali di diverso genere (concerti, mostre, presentazioni di libri, opere teatrali…), arrivando a superare il numero di visitatori che generalmente si registrava in presenza.

Il confinamento e le restrizioni che hanno limitato le uscite, aumentato le distanze, impattando sulle relazioni umane e sui viaggi hanno influenzato positivamente anche la lettura, che ha trovato uno spazio maggiore, soprattutto tra i più giovani. A tal proposito, Giovanni Peresson, Responsabile Ufficio Studi Associazione Italiana Editori, ha presentato i dati della ricerca portata avanti da AIE. Il 41% delle persone si è dedicato alla lettura di un libro o di un e – book e all’ascolto di un audiolibro, mostrando un trend in ascesa, in controtendenza con il passato. L’anno 2020 è terminato con le vendite dei libri cartacei, di ebook e audiolibri in crescita.

E il trend in aumento è proseguito anche nel 2021, dove le vendite dei libri hanno superato di oltre il doppio la quota registrata nel 2019. Tuttavia, la vera novità del 2020 è stato il boom degli eventi digitali. Giulia Cogoli, ispiratrice e direttrice del festival “Pistoia – Dialoghi sull’uomo” e Guido Guerzoni, Adjunct Professor Università Bocconi, hanno presentato la ricerca “I consumi culturali ai tempi di Covid-19 – parte II: L’ascesa dell’online”, portata avanti per conto di Intesa Sanpaolo, sulla base dei numeri AIE del marzo 2021. Questa ricerca si è concentrata in modo particolare su come il Covid-19 abbia favorito lo sviluppo di format nuovi e particolari nel settore dell’editoria, ispirando l’organizzazione di eventi ibridi (in parte in presenza e in parte online), la realizzazione di audiolibri, podcast e webinar.

E i dati hanno confermato come il protrarsi della pandemia abbia dato un grande impulso agli eventi online; così, mentre l’80% degli editori ha tagliato drasticamente l’organizzazione di eventi in presenza, il 65% di loro ha affermato di aver realizzato una quantità maggiore di iniziative, ovviamente online, rispetto al periodo pre – COVID.

Il futuro, del resto, sembra porsi in scia dei dati già presentati. Infatti, per l’anno in corso, gli editori stessi hanno confermato la volontà di incrementare le risorse economiche da destinare agli eventi in digitale, con il 50% di loro, che darà spazio ad iniziative e pubblicità online. Il settore dell’audio, invece, sembra avanzare più lentamente, poiché solo il 21% delle case editrici prevede la presenza di audiolibri nel catalogo ed il 15% ha manifestato l’intenzione di investire su questo prodotto nel 2021. I podcast, invece, non sembrano aver riscosso successo tra gli editori, che però nel 2022 proveranno ad inserire nei loro cataloghi.

Le intenzioni future degli editori in tema di consumi culturali sembrano intercettare le esigenze e i desideri degli utenti. Infatti, il 25% degli utilizzatori ha affermato che proseguirà la fruizione degli eventi culturali anche sul digitale, il 9% preferirà unicamente l’online, mentre il 50% tornerà  a presenziare gli eventi dal vivo. Il 16% degli intervistati, invece, svilupperà la tendenza a dirigersi verso  “altre socialità diventate nuovamente possibili”. Infine, molti degli intervistati, anche con il ritorno alla normalità, fruirà dei podcast, perché ritenuti “brevi ma interessanti”, “accessibili in qualsiasi luogo” e facili da ascoltare anche mentre si svolgono altre attività. Alla luce dei dati evidenziati nelle tre ricerche esposte, Fabrizio Paschina, Executive Director Comunicazione e Immagine Intesa Sanpaolo, ha affermato: “La ricerca realizzata da Intesa Sanpaolo con Ipsos indica chiaramente che il digitale, dopo il boom iniziale legato al lockdown, è ormai a pieno titolo una straordinaria opportunità di accesso all’offerta culturale, perché permette di allargare la platea a nuovi fruitori e raggiungere anche i più giovani”.

Ivana Notarangelo

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