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Instagram e Facebook senza “Like”: le due facce della medaglia

Dalla comparsa dei social network come Instagram e Facebook la prima cosa che si notava nei post dei profili “seguiti” non era l’immagine o il video, bensì il numero di “mi piace” che questi avevano. I motivi sono sempre stati molteplici: inizialmente per curiosità, che a volte, poi, scadeva nell’invidia, provocando rabbia, rancore e, nei casi più gravi, depressione. Questo perché – secondo numerosi studi e indagini – le persone già fragili, spesso, si nascondono dietro i social per cercare di affermarsi più di quanto riescano nella vita reale. Si tende, insomma, a dare eccessiva importanza alla propria immagine sui social e, di conseguenza, al numero di consensi che si riescono ad ottenere nella propria vita virtuale. Lo stesso Mark Zuckerberg, sul palco dell’F8, conferenza dedicata agli sviluppatori che lavorano su diverse piattaforme, si è detto allarmato e ha sostenuto l’idea di nascondere i like agli utenti, ad eccezione dell’autore del post. Instagram ha, così, iniziato questa fase sperimentale nell’aprile scorso. “Vogliamo che i tuoi follower si concentrino su ciò che condividi, non su quanti like ricevono i tuoi post. Come parte di questo test, solo la persona che condivide un post vedrà il numero totale di ‘Mi piace’”, hanno spiegato i responsabili del social agli utenti.

Bisogna però vedere l’altra faccia della medaglia. Sono in tantissimi quelli che puntano sui like e sulle visualizzazioni ricevute sui social per lavoro, per fare carriera, come gli influencer. Per queste persone, l’addio ai “like” potrebbe davvero essere un problema. Questo perché in molti tendono a mettere “mi piace” ad un determinato post basandosi sui “like” già presenti, sul loro numero e sui personaggi rinomati che sono nella lista. Non vedendoli c’è la più che probabile possibilità che ciò non accada, e questo potrebbe danneggiare non tanto gli influencer ormai affermati da anni, quanto quelli che si sono affacciati di recente e che sono di conseguenza meno noti alla popolazione dei social. C’è comunque la possibilità che tutto questo porti invece ad una rivoluzione dei social, tale che i post vengano davvero “visti”, ricevendo like non in base al numero di “mi piace”, ma alla qualità del post stesso.

Questo test, come già accennato, è partito ad aprile in California, sbarcando in Italia solo nel luglio scorso, per poi prendere piede definitivamente a fine settembre. Non sono ancora stati resi noti i risultati, ma si suppone che l’iniziativa stia procedendo in maniera positiva, poiché anche Facebook e YouTube hanno annunciato di volerne prendere parte per “disinnescare competizioni ed invidie”. Presto, dunque, scompariranno anche da queste piattaforme i numeri indicativi dei like e YouTube ha affermato che arrotonderà le “views”, ad esempio riportando “20k” invece di “20679”. Si attendono notizie da Instagram, Facebook e YouTube in merito a questo test, che, visti gli sviluppi, potrebbe diventare realtà molto presto.

 

Benedetta Mancini

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