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Lavoro Online e Crisi Occupazionale 2019

Un 2019 per molti incerto dal punto di vista occupazionale, ma che le aziende vogliono affrontare nel migliore dei modi, puntando sulla formazione. E’ il dato che emerge da un’indagine condotta da InfoJobs, famosa piattaforma di reclutamento online con Hara Risorse Umane. L’analisi è stata portata avanti su un campione rappresentativo di aziende iscritte al portale InfoJobs, con l’obiettivo di delineare i trend più rilevanti per il lavoro nel corso dell’anno appena iniziato.

Nel 2019, secondo quanto emerge dall’indagine, le aziende assumeranno ancora nuovi dipendenti, ma in maniera molto più “cauta” rispetto al 2019: solo il 19,3% delle aziende, infatti, ha programmato l’inserimento di nuove figure, un dato decisamente al ribasso rispetto al 42,8% del 2018. Di contro, il 50,2% delle aziende prevede un numero basso di assunzioni, prima di tutto a causa delle numerose assunzioni degli anni precedenti (57%) ma anche per l’enorme incertezza economico-politica che caratterizza questo momento (43%). Il 25% delle aziende, poi, ha dichiarato di “non voler assumere nuove risorse nel corso dell’anno”, sempre in base alle stesse motivazioni. Soltanto un 5,5%, comunque, prevede una riduzione del personale a causa della crisi. Proprio in questo scenario si inseriscono le risorse umane, e la formazione del personale diventa un’arma indispensabile per combattere internamente la crisi delle aziende.

“In un mondo guidato sempre più dal digitale, dai big data e dall’intelligenza artificiale, sembra paradossale, ma la differenza la fa sempre più il capitale umano, le persone e le loro competenze. Ecco che le aziende danno sempre più valore alle soft skill. A maggior ragione in uno scenario più cauto, con la previsione di inserimenti mirati di personale, investire su una formazione esperienziale e migliorare il saper fare, il saper essere e il saper far fare delle persone interne può generare un vantaggio competitivo”, ha spiegato Antonio Messina, Presidente di Hara Risorse Umane. “Avere persone aperte al cambiamento, collaborative e che sappiano remare insieme verso un obiettivo comune diventa primario per ottimizzare sinergie, talenti e costi. Mi sento di suggerire che le Risorse Umane debbano essere di supporto ai manager per garantire e fortificare, laddove fossero ancora flebili, le fondamenta dell’engagement dei collaboratori: far sentire le persone considerate, rispettate, ascoltate, utili e apprezzate. Si tratta di intervenire innanzitutto sulla cultura manageriale, neo di molte aziende”, ha concluso.

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