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Transizione Ecologica e Digitale novità del Governo Draghi: cosa fanno i nuovi Ministeri

Dal 12 febbraio scorso Mario Draghi è il nuovo Presidente del Consiglio. Dopo aver sciolto la riserva ed aver ufficializzato l’accettazione dell’incarico, l’ex Presidente della Banca Centrale Europea ha presentato la squadra dei ministri. Tra conferme e volti nuovi, non è stato difficile notare come nella lista siano comparsi due nuovi Dicasteri: il Ministero per la Transizione Ecologica e quello per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale. L’istituzione di questi due ministeri da parte del nuovo Presidente del Consiglio, ha affermato Marco Simoni, a capo dello Human Technopole, l’Istituto italiano di Ricerca per le Scienze della Vita e che sta nascendo presso il  Milano Innovation District (MIND), l’area che in passato ha ospitato l’Expo, “rappresenta di per sé un fortissimo segnale verso problemi noti che verranno affrontati in modo nuovo”.

In particolare, il Ministero per la Transizione Ecologica, dicastero con Portafoglio, rappresenta il successore di quello che in precedenza era denominato Ministero dell’Ambiente, a cui si aggiungono le deleghe in materia di energia (prima curate da altri Ministeri) e la funzione di organizzare le politiche afferenti al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Con a capo il fisico e docente universitario Roberto Cingolani, il Ministero per la Transizione Ecologica è stato voluto fortemente da Beppe Grillo, sulla scia dei modelli già esistenti in Francia, Spagna, Svizzera, Costa Rica ed altre parti del mondo. Sono principalmente due i punti che questo Dicastero è chiamato ad affrontare. Il primo, sempre di grande attualità e al centro dei dibattiti soprattutto negli ultimi anni, si concentra sulla rivoluzione energetica che anche l’Italia è chiamata ad affrontare, attraverso l’eliminazione dei combustibili fossili, favorendo così la promozione e l’uso di energie rinnovabili. Infatti, il clima del Pianeta è sempre più a rischio e invertire la rotta diventa sempre più urgente. Inoltre, si prevede che, grazie alla totale decarbonizzazione del Paese e allo sviluppo delle energie rinnovabili, entro il 2030 l’Italia giungerà a creare almeno 163.000 nuovi posti di lavoro, con un incremento del 65% dell’occupazione nel comparto energetico.

Il secondo punto su cui il nuovo Ministero è chiamato ad operare è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), più noto come come Recovery Plan. Esso, infatti, necessita di un adeguato allineamento con il Green Deal Europeo, già ben più avanti nei progetti e nelle ambizioni in tema di energie rinnovabili e questioni inerenti al settore (mobilità, emissioni di gas serra, agricoltura biologica). Naturalmente l’operato del Ministero per la Transizione Ecologica dovrà essere coordinato e agire in sincronia con gli altri Dicasteri, seppur lo stesso Draghi abbia affermato come “sarà l’ambiente a «innervare» tutti gli ambiti di investimento, spingendo a una riconversione del sistema produttivo”.

La seconda novità del Governo Draghi è l’istituzione del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale. Dicastero senza portafoglio e guidato dal manager Vittorio Colao, ex Amministratore della Vodafone e già impegnato nel precedente Governo Conte, si concentrerà su uno degli obiettivi più complessi che l’Italia oggi è chiamata a perseguire: la gestione dei 200 miliardi del Recovery Plan nazionale, da allineare con gli obiettivi stabiliti dal Next Generation Ue, il fondo approvato dall’Unione lo scorso luglio, chiamato a sostenere gli Stati Membri colpiti dalla pandemia. A partire da un programma stilato già mesi fa all’interno della task force di cui era a capo e denominato “Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022”, per prima cosa, Colao punterà l’attenzione sulla promozione e sullo sviluppo della fibra su tutto il territorio nazionale, al fine di coprire anche le cosiddette “zone grigie” e garantire la presenza dell’infrastruttura anche nelle strutture pubbliche. Su questo versante, l’attenzione maggiore sarà rivolta ad ospedali e scuole. Inoltre, il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transazione Digitale dovrà lavorare su altri quattro punti importanti: la spinta alla diffusione del 5G, al fine di limitare i livelli dell’elettrosmog nell’aria, affinché questi si conformino agli standard registrati attualmente nel resto d’Europa; l’uso massiccio del digitale e degli strumenti più innovativi, soprattutto nell’ambito della Pubblica Amministrazione, in modo da agevolare il rapporto con il cittadino. Allo stesso tempo, sarà importante sviluppare e sostenere il passaggio alla tecnologia cloud, al fine di perseguire un risparmio di risorse, una maggiore sicurezza, coerenza e interazione tra le banche dati; perseguimento di un “Ecosistema Digitale Salute” a livello nazionale, che metta in connessione tutti gli attori del comparto e permetta agli operatori sanitari di visionare i dati dei pazienti.

Alla luce dei programmi e delle sfide che attendono i due nuovi Dicasteri, ancora Simoni ha affermato che “la Transizione Ecologica e la Transizione Digitale non saranno affrontate dal nuovo esecutivo in maniera improvvisata”. Infatti, ha concluso il leader dello Human Technopole, i due Ministeri, essendo accompagnati dallo status di <<Transizione>>, “implicano un cambiamento, dicono che ci sono alcuni obiettivi sociali – salvaguardia dell’ambiente e maggiore capacità di diffondere la tecnologia digitale – che saranno portati avanti e che si ottengono con investimenti in ricerca e migliori tecnologie”. 

Ivana Notarangelo

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