Fusione Fca-Peugeot: investimenti in nuove tecnologie per il nuovo gruppo

Fusione Fca-Peugeot: investimenti in nuove tecnologie per il nuovo gruppo

“Unire le forze per creare un leader mondiale in una nuova era della mobilità sostenibile”: questo il progetto dei gruppi Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e Groupe PSA che nelle scorse settimane hanno approvato all’unanimità il mandato al management per un’aggregazione paritetica 50/50. “Le discussioni in corso aprono la strada alla creazione di un nuovo gruppo di dimensioni e risorse globali, detenuto al 50 per cento dagli azionisti di Groupe PSA e al 50 per cento dagli azionisti di FCA –  si legge in una nota – La società risultante dalla fusione farà leva sulla sua forza nella ricerca e sviluppo e sul suo ecosistema globale per accelerare l’innovazione e affrontare queste sfide con agilità e efficienza negli investimenti”.

L’accordo pattuito vede il progressivo abbandono del segmento delle citycar da parte di FCA, per via dell’eccessivo aumento dei costi di produzione, previsti dal nuovo piano normativo dell’UE per la riduzione delle emissioni di CO2, mettendo a repentaglio il futuro della vettura Fiat più venduta, la Panda. Michael Manley non ha ancora chiarito i tempi previsti per la riorganizzazione della produzione, ma secondo alcune vociferazioni, il cambio dovrebbe avvenire entro il 2024. Per il futuro a breve termine, Fiat dovrebbe proseguire con il lancio della sua nuova 500e che verrà costruita nello stabilimento Mirafiori di Torino, la cui produzione dovrebbe iniziare nel secondo trimestre del 2020. Il CEO, non ha fatto però non ha accennato a nessun nuovo veicolo, che Fiat potrebbe introdurre nel nuovo segmento.

La fusione porterebbe a un libero accesso di Fiat alla piattaforma modulare di PSA, che è anche alla base delle nuove auto del gruppo tra cui Peugeot 208 e Opel Corsa. È incerto ancora dunque, se Fiat abbandonerà definitivamente il segmento delle citycar che costituisce, ad oggi, la percentuale maggiore delle sue vendite annuali.

Carlos Tavares, amministratore delegato di PSA Peugeot Citroën, ha garantito che con la fusione nessun marchio verrà sacrificato. John Elkann lo ha ribadito, individuando nella presenza di più aziende un effetto benefico in termini di stanziamento delle risorse. “In FCA abbiamo ottenuto notevoli benefici dall’accordo con Chrysler, come PSA dall’acquisizione di Opel: in questo modo è possibile diluire in maniera razionale gli investimenti sui singoli prodotti“, ha detto Elkann. Un discorso analogo è stato fatto riguardo agli stabilimenti, che si prevede di mantenere in funzione.

L’obiettivo della fusione è arrivare a 3,7 miliardi di euro di risparmi. FCA e PSA puntano alla creazione del quarto Gruppo automotive a livello mondiale per volumi di vendita complessivi. Un obiettivo ambizioso che prevede l’investimento nella ricerca per le nuove tecnologie. In merito allo sviluppo hi-tech per il comparto automotive, questione già attuale, John Elkann punta le luci sulle enormi opportunità che attendono i big player negli anni che seguiranno: dai temi di e-mobility all’evoluzione in materia di connettività e di guida autonoma. C’è, infatti, la necessità sempre più urgente di ottemperare agli stringenti limiti alle emissioni di CO2 richiesti dalla Commissione Europea sulla media delle line up di nuova produzione da parte di ciascuna Casa costruttrice, sui sistemi multimediali e di self driving, che conosceranno una diffusione sempre più ampia, tanto da rappresentare una delle priorità per la Newco Fca Psa. Lo sviluppo della guida autonoma, ha spiegato Elkann: “Sarà nei prossimi anni uno dei sistemi ho-tech più diffusi e modificherà il nostro concetto di mobilità”. Anche Carlo Tavares stima che l’impegno sarà correlato alle dimensioni complessive della nuova Alliance, per poter “provvedere all’acquisto di batterie per i veicoli elettrici ed ibridi plug-in, a prezzi concorrenziali e per ottimizzare le risorse da mettere sul piatto nei progetti di ricerca e sviluppo tecnologico”. Gli investimenti per le tecnologie vengono stimati per oltre 5 miliardi di euro nei prossimi dieci anni.

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