Libra: come sarà la moneta virtuale di Facebook

Libra: come sarà la moneta virtuale di Facebook

Ancora non è arrivata e già sta facendo parlare di sé: si tratta di Libra, la nuova criptovaluta lanciata da Facebook, che secondo le intenzioni di Mark Zuckerberg dovrebbe rivoluzionare il mondo dei pagamenti elettronici. Dal 2020, infatti, sarà possibile pagare con Libra sul web, e si potranno effettuare in tempo reale i pagamenti elettronici via smartphone. Secondo la definizione del suo inventore, Libra è destinata a diventare una moneta globale e un’infrastruttura finanziaria in grado di coinvolgere nel mercato finanziario tutti coloro che ad oggi non possiedono un conto bancario (1,7 miliardi di persone).

Libra, il cui nome rimanda all’unità di misura della Roma imperiale, di cui Zuckerberg è un grande fan, non sarà un bitcoin poiché l’interesse che la muove si basa su altri meccanismi. Mentre i bitcoin possono subire forti oscillazioni e sono decentralizzati, in quanto chiunque può diventare un nuovo nodo della rete, Libra sarà una moneta stabile ancorata a un paniere di valute internazionali che dovrebbe contenere le oscillazioni di monete come euro, dollaro e yen. Libra, a differenza del bitcoin, non viene estratta dalla rete attraverso i procedimenti informatici di mining,  ma viene “emessa” attraverso l’acquisto di titoli di Stato e l’uso di depositi bancari.

Per il CEO di Facebook, Libra rivoluzionerà il mondo della finanza in quanto includerà tutti coloro che possiedono uno smartphone e permetterà di inviare denaro tramite un’app collegata a Messenger e Whatsapp. Per far fronte alle critiche mosse contro lo strapotere del colosso di Menlo Park, Zuckerberg ha coinvolto nell’iniziativa ben 28 soci tra cui colossi quali Visa, Mastercard, PayPal, Vodafone, Iliad, Spotify e Uber che si sono dati un regolamento controllato dalla Libra Association, un’associazione no-profit con sede a Ginevra, che farà da controllore e banca centrale. L’idea è arrivare a 100 membri che investano 10 milioni di dollari ciascuno sul progetto e, secondo una stima degli economisti di Barclays, Libra potrebbe fruttare a Facebook tra i 3 e i 19 miliardi di dollari di entrate in più rispetto al 2021.

Tuttavia dopo i recenti scandali che hanno minato la fiducia degli utenti sulla tutela della privacy, c’è chi si  preoccupa della sicurezza dei propri dati personali; Facebook ha perciò ideato un’app wallet con il compito di tenere separati i dati finanziari da quelli degli utenti che usano il social. Di recente la neonata “Calibra” è stata già accusata di plagio dalla società americana Current per aver riprodotto un logo molto simile.

In Italia il Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali Antonello Soro in un’intervista a “Il Mattino” ha dichiarato: “L’idea di coniare criptovalute e allestire servizi bancari digitali non è solo la traslazione della logica della disintermediazione dal mondo valutario, né una banale questione di evoluzione tecnologica. Siamo in presenza di una questione di potere gigantesca che mette in gioco temi dall’impatto politico e sociale devastante. Il pericolo è chiaro: siamo di fronte a un processo che può portare a un sistema finanziario globale, parallelo, competitivo e tendenzialmente prevalente rispetto a quello regolato dalle autorità internazionali”.

Aspettiamo di vedere gli effetti che Libra produrrà nel mercato finanziario mondiale e l’uso che ne faranno i potenziali clienti, una platea di 2,4 miliardi di utenti registrati attualmente su Facebook.

Chiara Raganelli