Guerra Ucraina, Russia minaccia Wikipedia

Guerra Ucraina, Russia minaccia Wikipedia

Wikipedia rischierebbe una multa da 4 milioni di rubli, circa 42 mila euro, qualora dovesse decidere di non rimuovere le informazioni pubblicate sul conflitto in Ucraina. La minaccia arriva dal Roskomnadzor, l’organo che disciplina le comunicazioni in Russia. Che, a sua volta, si è detto in disaccordo con la narrazione che Wikipedia ha restituito ai lettori in relazione alla guerra in corso.

Più precisamente, il Roskomnadzor ha esortato l’enciclopedia online a cancellare una pagina, poiché riporta “materiali socialmente significativi inaffidabili, nonché altre informazioni proibite”. Il comunicato diffuso dall’organo russo, non ha indicato quali siano le pagine che diffondono i contenuti ritenuti disdicevoli e denigratori.

Già agli inizi del mese scorso lo staff di Wikipedia aveva ricevuto pressioni dall’ente russo per le comunicazioni, in seguito alla pubblicazione di notizie relative al numero di morti registrato tra le file russe e tra i civili ucraini. Le informazioni erano state fornite dal Governo di Kiev e pubblicate nella versione russa dell’enciclopedia online. Ma, il 3 marzo, in risposta alle pressioni subite da Mosca, Wikipedia aveva diffuso un comunicato, nel quale evidenziava come non avrebbe ceduto alla censura, in seguito alle pressioni e alle minacce da parte di soggetti terzi.

Il nuovo tentativo messo in atto dal Roskomnadzor fa riferimento agli stessi contenuti. Ma, ancora una volta, il team di Wikipedia si dice pronto a non cedere, poiché un portavoce dell’enciclopedia online ha ribadito che le informazioni sono sottoposte a continua verifica e ad un costante miglioramento, grazie all’impegno dei molti editor volontari. E, ha evidenziato il portavoce di Wikipedia, l’unico obiettivo è quello di diffondere “informazioni gratis, libere e verificabili”. Per tale motivo, il team dell’enciclopedia online non modificherà il suo modo di lavorare né ha mostrato intenzioni di cedere ai tentativi di censura messi in atto dal Cremlino.

Ivana Notarangelo

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