Il caso Kaspersky apre questione cybersecurity

Il caso Kaspersky apre questione cybersecurity

Guerra sul campo, ma anche cyberwar. E’ quella che si sta combattendo tra Mosca e Kiev, ma anche nel resto del mondo. Oltre alle varie sanzioni e limitazioni stabilite contro la Russia, molti paesi stanno mettendo al bando software e sistemi di gestione russi.

In Italia, ad esempio, la Pubblica amministrazione si sta preparando a non dipendere più da software russi per la gestione dei sistemi.

Una decisione arrivata anche dopo il caso Kaspersky che nelle ultime ore ha tenuto banco tra le aziende, ma anche tra i piccoli utenti. Il gigante russo della cybersecurity, noto per i suoi antivirus, è finito al centro del dibattito di questi giorni, anche in Italia, tra interrogazioni parlamentari e appelli sui social.

La nostra priorità è sempre stata la privacy e la sicurezza dei nostri utenti. Oggi più che mai, alla luce di questo conflitto bellico che, come persone, condanniamo con forza“, ha spiegato il general manager di Kaspersky Italia Cesare D’Angelo in un’intervista a “Il Corriere della Sera”. “Comprendiamo pienamente i dubbi dei partner istituzionali alla luce della tragedia in corso. Siamo disponibili nei confronti di chi voglia avere delucidazioni tecniche o voglia esaminarci”, ha aggiunto D’Angelo.

Intanto l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha pubblicato una serie linee guida sulla “Crisi Ucraina: analisi del rischio tecnologico e diversificazione”, raccomandando ad aziende, pubbliche e private, “di procedere urgentemente ad un’analisi del rischio derivante dalle soluzioni di sicurezza informatica utilizzate”.

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