Il Marketing d’influenza: come è cambiata l’advertising nel tempo

Il Marketing d’influenza: come è  cambiata l’advertising nel tempo

Se c’è una verità innegabile che riguarda il mondo del marketing è quella che riguarda il suo ufficiale cambiamento con l’avvento di internet e delle nuove tecnologie. In particolar modo ad aver cambiato pelle in modo ormai significativo è sicuramente la Pubblicità, passata attraverso diverse fasi epocali dalla nascita della stampa in poi.

La pubblicità ai tempi della stampa, della radio e della tv

La prima forma di pubblicità su carta stampata in Europa può essere fissata nel 1479, quando il tipografo William Caxton diffuse per la prima volta un opuscolo al fine di pubblicizzare i suoi scritti. Il primo annuncio pubblicitario sulla carta stampata invece, risale al 1630 e si trattava di un’inserzione su un giornale dell’epoca che richiamava il nome di un prodotto. La nascita della Radio, due secoli più tardi, spinse ancora più in avanti il concetto di pubblicità anche se, inizialmente, trasmettere messaggi pubblicitari in radio era considerata una cosa inopportuna dal momento che veniva violato uno spazio privato (entrare nelle case delle persone attraverso le trasmissioni). A rompere gli schemi e ad introdurre i primi annunci pubblicitari via radio ci pensò una trasmissione americana, Amos ‘n’ Andy.

Il modello pubblicitario che tutti conosciamo avviene invece con la rivoluzione industriale, grazie al proliferare di prodotti e merci che trasformano la pubblicità in una vera e propria scienza. Dalla radio alla Televisione il passo fu breve, la comunicazione pubblicitaria si specializza e la sociologia mondiale inizia ad interessarsi ai modelli induttivi dell’advertising: inizia così il mondo della conoscenza approfondita, delle forme liquide di comunicazione, il mondo che oggi tutti, in qualche modo, subiamo.

La pubblicità ai tempi di Internet

Era il 1969 quando la Defence Advanced Research Projects Agency, agenzia dipendente dal Ministero della Difesa statunitense, finanziò un progetto avveniristico denominato ARPANET che voleva la creazione di una rete continentale attraverso il collegamento di tutti i computer e sistemi di time-sharing. ARPANET è ad oggi considerato il progenitore di INTERNET, essendo riuscito nell’impresa di collegare in breve tempo molti nodi anche oltreoceano e favorendo l’introduzione dei primi pacchetti di invio a pagamento: Telenet della BBN ne è un esempio.

L’Italia rappresentò il terzo Paese in Europa ad essere collegato in rete dopo l’esperienza di Norvegia ed Inghilterra; il collegamento avvenne dall’Università di Pisa.

Ma quando nacque effettivamente internet per come lo conosciamo? La nascita del World Wide Web può essere fissata nel 1991 con l’introduzione del protocollo HTTP (HyperText Transfer Protocol) da parte del ricercatore Tim Berners-Lee. Fu proprio lui a realizzare il primo sito web della storia presso il CERN di Ginevra, ove lavorava:  http://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html Da quel momento in poi, la potenza del “nuovo media” era già pronta per essere sfruttata in termini di advertising anche se, probabilmente, nessuno si aspettava l’evoluzione di alcune situazioni che analizzeremo a breve.  La storia della pubblicità su internet può essere suddivisa in alcune importanti “epoche”:

  1. Epoca dei Banner e delle Parole Chiave

Tra il 1994 ed il 1996 iniziano a fare capolino le prime pubblicità online su piattaforme content destinate agli utenti. Pensiamo ai banner o al pay per click e ai 16 milioni di utenti del 1995 a cui potevano arrivare. In questi stessi anni, prende piede anche la Newsletter, una metodologia di pubblicità diretta ancora oggi molto utilizzata.

 2. Epoca dei Canali

Nel 2000 arriva il ciclone Google e con esso le prime piattaforme pubblicitarie per eccellenza: il programma Google Adwords cambiò radicalmente e per sempre il mondo della pubblicità, dando agli spazi digitali un nuovo compito: quello di far guadagnare aziende da un lato ed inserzionisti dall’altro.

  3. Epoca dei Social Media

La vera rivoluzione in termini di advertising arriva con i primi social network, da Youtube passando per Facebook e arrivando ad Instagram: la pubblicità diventa d’Influenza.

Il Marketing d’Influenza ed Internet

Se Facebook ed i social network in generale hanno modificato il nostro modo di approcciarci ad internet ed il nostro stesso modo di vivere, le aziende non sono di certo state alla finestra a guardare, cambiando totalmente il loro modus operandi in termini di visibilità e brand awarness. Se prima infatti stampa, radio, tv, motori di ricerca rappresentavano la scelta prima per indurre un consumatore alla conoscenza di un prodotto, oggi a farla da padrone sono le persone stesse. E’ infatti questa l’epoca dell’Influencer Marketing. Per Influencer Marketing si intende una forma di marketing basata sull’utilizzo di utenti denominati “Influencer” con l’obiettivo di incrementare vendite e consapevolezza del marchio, sulla falsa riga di quello che succedeva in tempi non sospetti con l’utilizzo dei cosiddetti “Testimonial”.

La teoria di advertising basata sull’utilizzo di persone che pubblicizzano il marchio non è ovviamente nuova, a cambiare è piuttosto il concetto di “persona che pubblicizza” ed il mezzo attraverso cui lo fa. Oggi infatti l’Influencer non è necessariamente un personaggio famoso ma è colui che può diventarlo nel corso del tempo grazie all’utilizzo del Social Network.

Social Network e persone dunque, un mix esplosivo che ha creato dei veri e propri case history nella recente storia. Il social network che più di tutti in questi anni sta creando casi di successo è senza dubbio Instagram, una piattaforma che combina immagini e storie attraverso cui veicolare marchi, prodotti, contenuti. Per dare dei nomi e cognomi, pensiamo a Chiara Ferragni e all’impero che è riuscita a costruire nel settore della moda partendo da un semplice Blog.  Come lei oggi sono tantissimi i ragazzi influencer che rappresentano i marchi nel mondo, ragazzi stra-cercati, stra-pagati e stra-famosi solo per essere riusciti in breve tempo a raggiungere un cospicuo numero di “followers”, persone cioè interessate ai loro contenuti.

Come cambierà il mondo dell’advertising da qui in avanti è difficile dirlo, ciò che si può ipotizzare con relativa certezza è che ormai qualsiasi forma pubblicitaria non può che passare attraverso gli utilizzatori ultimi di quegli stessi prodotti: le persone.

 

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