L’ostensione della Sacra Sindone in diretta TV e social il 3 aprile 2021

L’ostensione della Sacra Sindone in  diretta TV e social il 3 aprile 2021

Sabato 3 aprile 2021, in occasione del Sabato Santo, si terrà l’ostensione della Sindone dalla Cattedrale di Torino. Ad annunciarlo, con un messaggio trasmesso su Facebook e sul canale YouTube, è stato l’Arcivescovo del capoluogo piemontese e custode pontificio del sacro lino, Monsignor Cesare Nosiglia. “La liturgia sarà trasmessa in diretta su TV2000 (alle ore 17.00 n.d.r.) e il segnale raggiungerà, tramite i satelliti, il mondo intero, grazie alla collaborazione della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e del Centro Televisivo Vaticano”, ha proseguito il pastore della Diocesi sabauda. Quest’ultimo ha, poi, aggiunto come “alla diretta televisiva si accompagnerà la presenza sui social media, per permettere a un pubblico il più vasto possibile di partecipare a questo momento”. L’ostensione in diretta sui canali social e YouTube, ha evidenziato l’Arcivescovo, avrà inizio, invece, “alle ore 16.30, con interventi e testimonianze, che preparano alla contemplazione della Sindone”.

L’evento, ha continuato Monsignor Nosiglia, “vedrà la partecipazione dei giovani torinesi coinvolti nel cammino di preparazione e che proporrano anche alcune testimonianze sul dolore e la speranza che hanno caratterizzato questo ultimo anno”. L’esposizione del Sacro Lenzuolo nel giorno della Vigilia di Pasqua, richiama l’ostensione che si tenne, sempre in occasione del Sabato Santo, per la Pasqua dello scorso anno; tuttavia, Monsignor Nosiglia ha sottolineato che “la preghiera di fronte alla Sindone in questo 2021 non è una semplice ripetizione di quella celebrata nel 2020”, poiché “lo scorso anno ci trovavamo in una situazione di emergenza completamente sconosciuta; oggi siamo più consapevoli delle difficoltà da affrontare e degli impegni che possiamo prendere. Soprattutto, abbiamo capito che la prima nostra forza si trova nel continuare con coraggio la vita e aiutare quanti si trovano in difficoltà e necessità”.

La devozione per il lenzuolo di lino, conservato nel Duomo di Torino, sul quale si osserva l’immagine di un uomo sfregiato da ferite e segni, in cui gli studiosi hanno riconosciuto i maltrattamenti e le torture subite da Gesù nel corso della Passione, ha sempre richiamato nel capoluogo piemontese un importante numero di visitatori e fedeli. La scelta di Monsignor Nosiglia, pertanto, si inserisce in un solco, dove si mescolano la pietà popolare e, allo stesso tempo, “un bisogno di alimentare e comunicare la nostra speranza. E per noi credenti il modo più efficace di accrescere la speranza del mondo intero è la preghiera comune, il mettersi in ginocchio di fronte al Signore”. Dopo le ostensioni pubbliche del 1978, 1998, 2000, 2010, 2013, seppur solo in televisione, nel 2015 l’evento si protrasse dal 19 aprile al 24 giugno. Essa coincise con il bicentenario salesiano, a cui partecipò anche papa Francesco, mentre nel 2018, la contemplazione del sacro lino fu riservati ai giovani, che avrebbero dovuto prendere parte Sinodo Mondiale, in preparazione all’incontro con il Pontefice a San Pietro.

Come lo scorso 11 aprile 2020, nel pieno dell’emergenza sanitaria, il prossimo 3 aprile l’ostensione entrerà nelle case di molti attraverso la diretta TV ed i canali social. La risposta dei fedeli è stata sempre notevole, non solo nel corso dei pellegrinaggi in presenza, ma anche in occasione delle ostensioni mediate dalla presenza di TV e social. Proprio alla Vigilia della Pasqua 2020, infatti, la liturgia intercettò un miliardo di persone, facendo registrare un milione e mezzo di visualizzazioni su YouTube, da tutto il mondo, e 800.000 interazioni sui principali canali social. Dunque, se in passato le ostensioni della Sindone sono stati momenti molto molto rari, oggi, anche grazie alle nuove tecnologie, si sono sono diffuse nuove modalità con cui il fedele può farsi prossimo al sacro lino e vivere “dolore e morte ma anche, e con quanta maggiore forza, risurrezione e vita eterna, che apre alla carità e alla fratellanza di ogni persona”.

Ivana Notarangelo

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