App Immuni: via libera dal Garante per la privacy, più sicurezza dati

App Immuni: via libera dal Garante per la privacy, più sicurezza dati

L’App Immuni sarà disponibile entro la tarda serata di oggi, 1 giugno 2020, su Apple Store e Google Play. Gli italiani, dunque, secondo quanto riporta l’agenzia Agi, potranno iniziare a scaricare l’applicazione che Google ed Apple stanno diffondendo sui loro server per dare la possibilità a tutti di scaricarla. Proprio oggi l’ultimo passo per il rilascio dell’app – che dovrà aiutare gli italiani a orientarsi e monitorare la situazione, durante le prossime fasi dell’emergenza Coronavirus – è stato compiuto. Il Garante per la protezione dei dati personali, infatti, ha autorizzato il Ministero della Salute ad avviare il trattamento dei dati relativo al Sistema di allerta Covid-19, che rappresenta appunto l’app Immuni.

Sulla base della valutazione d’impatto trasmessa dal Ministero, il trattamento di dati personali effettuato nell’ambito del Sistema può essere considerato proporzionato, essendo state previste misure volte a garantire in misura sufficiente il rispetto dei diritti e le libertà degli interessati, che attenuano i rischi che potrebbero derivare da trattamento”, si legge in una nota del Garante.

Vista la complessità del sistema di allerta e il numero dei soggetti che potenzialmente possono essere coinvolti, il Garante ha deciso di rafforzare la sicurezza dei dati delle persone che scaricheranno l’app, indicando una serie di misure molto precise, che saranno adottate nell’ambito della sperimentazione dell’app. Da oggi, infatti, l’applicazione Immuni sarà disponibile e potrà essere scaricata gratuitamente da tutti gli italiani, ma la sperimentazione partirà il 3 giugno soltanto in quattro regioni: Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria.

Garante per la protezione dei dati personali ha chiesto, inoltre, “che gli utenti siano informati adeguatamente in ordine al funzionamento dell’algoritmo di calcolo utilizzato per la valutazione del rischio di esposizione al contagio. E dovranno essere portati a conoscenza del fatto che il sistema potrebbe generare notifiche di esposizione che non sempre riflettono un’effettiva condizione di rischio. Gli utenti dovranno avere inoltre la possibilità di disattivare temporaneamente l’app attraverso una funzione facilmente accessibile nella schermata principale. I dati raccolti attraverso il sistema di allerta non potranno essere trattati per finalità non previste dalla norma che istituisce l’app”. Fondamentale, dunque, la trasparenza del trattamento dei dati raccolti, anche a fini statistico-epidemiologici, garantendo misure di sicurezza idonee e tecniche di “anonimizzazione”. In merito, poi, all’aspetto clinico e medico, il Garante chiede che vengano “adottate misure tecniche e organizzative per mitigare i rischi derivanti da falsi positivi”.

Particolare attenzione, poi, dovrà essere dedicata all’informativa e al messaggio di allerta, visto che è previsto l’uso dell’app anche da parte di minori sopra i 14 anni. Il Garante, infine, ha sottolineato che “il trattamento di dati personali raccolti attraverso la app, da parte di soggetti non autorizzati, può determinare un trattamento di dati personali illecito, eventualmente anche sotto il profilo penale”.

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