Euro 2020, negli Strobe Glasses il segreto della Svizzera

Euro 2020, negli Strobe Glasses il segreto della Svizzera

Da qualche giorno, Yan Sommer, portiere della nazionale elvetica, ha conquistato le prime pagine dei giornali, diventando l’eroe della partita Francia-Svizzera, che ha decretato il passaggio degli elvetici ai quarti di finale di Euro 2020. Infatti, nel corso della sfida ai rigori, l’estremo difensore svizzero ha compiuto la parata decisiva che ha sbarrato la strada a Kylian Mbappé e mandato a casa i Bleus, campioni del mondo in carica.

Un gesto atletico quello di Sommer che sta facendo il giro del mondo e sembra nasconda un segreto. Infatti, da un po’ di tempo, Sommer indossa dei particolari occhiali da sole nel corso degli allenamenti. Tuttavia, non si tratta di occhiali da sole classici, utili a proteggere gli occhi dai raggi, ma di lenti in grado di migliorare le performance sportive. Esse sono state pensate e realizzate da una startup giapponese, la VisionUp, che da qualche mese fornisce gli occhiali “intelligenti”, alla nazionale svizzera. Gli “Strobe Glasses”, questo il nome dato alle lenti di creazione nipponica, vanno indossati per dieci, massimo quindici minuti, a giorni alterni, per un periodo di otto settimane. Queste lenti impattano sui bulbi oculari e sui muscoli che, a loro volta, interagiscono in modo più veloce e repentino con il cervello. Inoltre, gli Strobe Glasses inviano una serie di input all’atleta, capace così di incrementare i riflessi e la vista, al fine di migliorare sempre più le sue prestazioni sul campo da calcio.

Questi occhiali emettono due tipologie di bagliori: una luce lampeggiante, definita “stroboscopica” e che richiama quelle della discoteca, capace di abbagliare chi li indossa, ma in realtà finalizzata a velocizzare e a coordinare i movimenti; luci che replicano l’effetto “slow – motion” (tecnica cinematografica di riproduzione delle immagini che diminuisce il numero dei fotogrammi a minuto secondo, così che lo spettatore abbia l’impressione di un rallentamento dell’azione), in grado, invece, di temprare ed esercitare le performance di risposta da parte dell’atleta. Quest’ultimo, infatti, diventa capace di vedere la palla che si muove secondo un movimento discontinuo e a scatti, allenando il cervello ad individuarne la traiettoria in anticipo. E, indossare queste lenti intelligenti, vuol dire anche perseguire un benessere fisico a lungo termine, perché sono in grado di prevenire danni e problemi degenerativi alla cornea. Oltre che un incremento del 10% della capacità visiva. Gli Strobe Glasses, alimentati a batteria, non rappresentano una novità per il mondo dello sport. Questo strumento viene usato, da tempo e con regolarità, dai giocatori di baseball e di football americano. In particolare, i primi Strobe Glasses furono diffusi dalla Nike quasi 10 anni fa, appunto per l’allenamento dell’occhio degli atleti. Ed ora, dopo l’impresa tra i pali compiuta da Sommer, potrebbero diventare una moda diffusa tra i calciatori, soprattutto tra i portieri. 

Ivana Notarangelo

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